Per il cloud nazionale arrivano i primi progetti delle aziende

Vittorio Colao (Foto: Jason Alden/Bloomberg via Getty Images)

Inizia a prendere forma uno dei quattro tasselli fondamentali della Strategia cloud Italia, il piano inteso a migrare la pubblica amministrazione sul cloud. Due cordate di aziende hanno formulato martedì 28 settembre le proprie proposte per realizzare il Polo strategico nazionale (Psn), l’infrastruttura distribuita sul territorio che dovrà abilitare il cloud nazionale per la pubblica amministrazione. La prima è la proposta congiunta presentata al ministero della Transizione digitale da Cassa depositi e prestiti (attraverso la controllata Cdp Equity), Leonardo, Sogei e Tim. L’altra è quella elaborata insieme da Almaviva e Aruba e approvata dai rispettivi consigli di amministrazione.

L’obiettivo del governo è di migrare sul cloud almeno il 75% degli uffici pubblici italiani entro il 2025. Per raggiungere questo traguardo la gara per il Psn dovrà essere aggiudicata entro il 2022 e la pubblicazione della stessa entro fine 2021. Passaggio propedeutico, la manifestazione di interesse da parte privata, come vaticinato dal ministro Vittorio Colao a inizio settembre.

Ventuno giorni dopo, appunto, ecco sul tavolo l’idea di una newco costituita da Cdp al 20%, Leonardo al 25%, Sogei al 10% e Tim al 45%. “La presentazione della proposta da parte del soggetto promotore, ove ritenuta di interesse, consentirà alla pa di avviare una gara pubblica in tempi brevi”, spiega una nota congiunta. In particolare, la pubblica amministrazione dovrà vagliare la proposta entro tre mesi dalla ricezione e, in caso di valutazione positiva, avvierà la gara alla quale potranno partecipare, oltre al soggetto promotore, tutti gli operatori eventualmente interessati.

In caso di aggiudicazione, i soci della newco fornirebbero le competenze industriali necessarie per servizi e investimenti: Tim servizi di natura infrastrutturale e piattaforme cloud, Leonardo cybersecurity, Sogei business culture enablement e formazione per le competenze della pa, mentre Cdp Equity sarà di socio finanziario e investitore istituzionale. “Il progetto consiste nell’erogazione di soluzioni e servizi cloud a sostegno della pa nell’ottica di assicurare il maggior livello possibile di efficienza, sicurezza e affidabilità dei dati”, spiega la nota.

Come indicato dal ministero, l’iniziativa è stata presentata nel regime di partenariato pubblico-privato, così come quella del tandem Almaviva-Aruba, la cui proposta fa leva sulla “piena complementarietà tra le due aziende” e su una proposizione di valore “completa a copertura di tutti i servizi”. Grazie alla disponibilità immediata delle infrastrutture, “l’eccellenza tecnologica” e la sostenibilità ambientale, l’accelerazione del piano di migrazione potrebbe abilitare migliorie rispetto a quanto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Il Polo strategico nazionale ospiterà i dati ed i servizi critici e strategici di tutte le entità amministrative centrali (circa 200), delle Aziende sanitarie locali (Asl) e delle principali amministrazioni locali (Regioni, città metropolitane, comuni con più di 250 mila abitanti). La digitalizzazione, innovazione e sicurezza della pubblica amministrazione costituiscono obiettivi prioritari del Pnrr, che vi ha dedicato la prima “missione” con un capitolo di spesa da 9,75 miliardi di euro.

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