Gli alveari smart creati dai designer per proteggere le api

Con le loro cellette esagonali e l’organizzazione perfetta, gli alveari sembrano disegnati dalla mano ispirata di un ingegnere di Madre Natura. E sembrano non aver bisogno di non alcun intervento esterno. Eppure, mentre le api sono sempre più a rischio di estinzione (al punto che è stata creata una giornata mondiale a loro dedicata, che si celebra il 20 maggio, per ricordare il loro ruolo essenziale nella salvaguardia della biodiversità grazie all’impollinazione), c’è chi ha tentato di rendere le arnie più smart per proteggere i preziosi insetti.
Per salvaguardare le api, che secondo l’Ispra sono essenziali con l’impollinazione per il 70 per cento delle maggiori colture agrarie nel mondo, il designer industriale tedesco Philip Potthast ha per esempio creato Hiive. Una struttura, fatta con materiali sostenibili e dotata di sensori per monitorare le attività degli insetti, che ricorda nella forma la cavità di un albero e ne riproduce il microclima, affinché le api si possano sentire a casa. L’apis mellifera o ape europea, la più diffusa al mondo, non disegna infatti di trovare riparo nei tronchi dove trova una sorta di bolla fresca d’estate e calda d’inverno. Da qui l’idea, arrivata tra i finalisti del premio James Dyson Award 2021, di creare Hiive, una struttura modulare fatta con materiali sostenibili come plastica riciclata, lana di canapa, argilla, legno o corteccia.

Anche la forma delle arnie create dallo studio di design Snøhetta è decisamente insolita. I due Vulkan Beehive, così si chiama il progetto, si trovano sul tetto di un edificio di Oslo, in Norvegia, per la precisione nella zona di Mathallen sul tetto di Dansens Hus. Obiettivo dell’installazione, avvenuta nel 2014, è ovviamente quello di supportare il movimento degli apicoltori urbani, creando arnie che siano anche belle e d’impatto, oltre che comode per le api. Non sono poche, infatti, le iniziative che nascono nelle città (ma anche nelle metropoli) per salvaguardare le signore del miele.
A Londra, per esempio, il St. Hermin’s Hotel ha creato sul suo tetto un giardino che ospita sia un orto, che regala prodotti freschi per la cucina, sia una sorta di albergo per le api, che ospita circa 350mila esemplari. Le api possono essere osservate dai clienti dell’hotel in tutta sicurezza e il miele prodotto viene poi usato nella struttura. Ma quello inglese non è l’unico hotel cittadino che si è dato all’apicoltura: progetti simili si trovano anche a Zurigo al Baur au Lac o a San Francisco al The Clift Royal Sonesta Hotel.

Senza dover affittare una stanza per una notte per trovarsi faccia a faccia con l’ape regina, esistono anche delle arnie pensate per essere messe sul balcone o nel giardino di casa. Porta la firma di un’azienda italiana, per esempio, quella creata da Beeing: si chiama B-Box, è pensata per un uso domestico e permette di estrarre il miele in modo sicuro, senza dover indossare scafandro e guanti (e senza dare fastidio alle api). Per i più tecnologici poi c’è la possibilità di rendere smart l’alveare grazie a Hive-Tech, un sistema di monitoraggio digitale messo a punto 3Bee che permette di tenere sotto controllo tutto quello che succede nelle arnie tramite una app.
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