Anche Amazon sperimenta i pagamenti a rate nell’ecommerce

Il logo della piattaforma di ecommerce Amazon (foto di Florian Gaertner/Photothek via Getty Images)
Il logo della piattaforma di ecommerce Amazon (foto di Florian Gaertner/Photothek via Getty Images)

Amazon entra nel mondo del “compra ora, paga dopo”, grazie a una collaborazione con Affirm, società fintech californiana specializzata nell’abilitare il servizio di pagamento a rate per il commercio al dettaglio. Questa settimana sarà avviato il test con alcuni clienti selezionati negli Stati Uniti per verificare il funzionamento della partnership, che permetterà ai clienti di suddividere il costo degli acquisti effettuati sull’ecommerce superiori a 50 dollari in pagamenti mensili. Una nota congiunta precisa che “i clienti non saranno ricaricati con commissioni nascoste o di ritardo”. Nei prossimi mesi il servizio sarà esteso a fasce di utenza sempre più ampie.

Le azioni di Affirm sono salite del 33% nella fase successiva alla chiusura della Borsa venerdì 27 agosto, dopo che l’annuncio è stato diffuso. La fintech ha gestito un volume lordo di 2,3 miliardi di dollari di vendite, in aumento dell’83% anno su anno nel terzo trimestre fiscale finito a marzo 2021, con ricavi di 230,7 milioni di dollari, in aumento del 67% rispetto allo stesso periodo del 2020. Il fatturato previsto per l’anno in corso è di 824-834 milioni di dollari. A oggi i merchant serviti sono 12mila, raddoppiati rispetto a un anno fa.

Il mercato dei pagamenti a rate

Il mercato globale nel settore dei pagamenti rateali online valeva 4 miliardi di dollari a livello globale e, secondo gli analisti di Grand view research, società di ricerca per il mercato di investimento, crescerà fino a 20,4 miliardi entro il 2028 con un tasso aggregato di incremento annuo del 22,4%.

Anche Apple ci ha messo gli occhi, progettando di lanciare un servizio in collaborazione con Goldman Sachs. Secondo quanto emerso a luglio, Apple Pay Later permetterà di pagare in quattro rate ogni due settimane, senza interessi (“Apple Pay in 4”), oppure nell’arco di più mesi, ma con un interesse. Apple Pay genera ricavi da 50 miliardi di dollari a Cupertino e Apple Card offre già la possibilità di dividere gli acquisti a rate, ma solo per acquistare prodotti del brand. Apple Pay Later sarebbe pronto per qualsiasi transazione.

Jack Dorsey, fondatore di Twitter e amministratore delegato della fintech Square, ha stretto un accordo con la società australiana Afterpay, che opera nello stesso mercato, per l’acquisto dell’intero pacchetto azionario per 29 miliardi di dollari, con un 30% di premio su quello che era l’ultimo prezzo di chiusura prima dell’offerta lanciata a inizio agosto. L’affare verrà chiuso nel primo trimestre del 2022. Segno che per il mondo fintech il tema del pagamento a rate è centrale.

Altre aziende come PayPal, Mastercard e American Express si sono mosse nel settore che ha fatto le fortune di Klarna, la più grande fintech europea (45 miliardi di dollari di valutazione). La compagnia svedese ha ottenuto il terzo round di finanziamento di 639 milioni di dollari a giugno, dando il via a una calda estate nel mondo “buy now pay later” , un metodo di pagamento apprezzato per lo più da generazione Z e Millennial. Generalmente queste startup trattengono una commissione dagli esercenti, ma possono sfruttare il servizio come un canale di marketing aggiuntivo per raggiungere clienti, che solitamente pagano un costo in caso di ritardo nel pagamento automatico.

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