Secondo l’Oms possiamo fare a meno della terza dose di vaccino, almeno per ora

Covid vaccinazione
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L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) frena ancora sulla necessità di una terza dose di vaccino contro il covid-19 nei prossimi mesi, mentre diversi Paesi stanno pensando di iniziare a proporla in autunno.

“Al momento i dati non indicano il bisogno di una terza dose”, di vaccino anti-Covid ha dichiarato in una conferenza stampa ieri Soumya Swaminathan, capo scienziato dell’Oms. L’esperta ha poi sottolineato che iniziare con le dosi di richiamo con buona parte del mondo ancora non immunizzata potrebbe essere addirittura controproducente per tutti. Aumenterebbe per esempio la probabilità che da questi paesi arrivino nuove varianti.

Della stessa opinione è Bruce Aylward, un altro esperto dell’Oms, che ha parlato poco tempo dopo la collega. “Ci sono abbastanza vaccini per tutti, ma non stanno andando nel posto giusto al momento giusto”, ha ribadito. “Due dosi devono essere date ai più vulnerabili in tutto il mondo prima che i richiami vengano dati a chi ha completato il ciclo, e siamo ben lontani da questa situazione”, ha aggiunto Aylward. In Africa, per esempio, solo il 2% della popolazione è completamente vaccinato.

L’obiettivo è invece quello di garantire che almeno il 10% degli abitanti di tutti i Paesi venga vaccinato prima che vengano somministrate dosi extra. Secondo quanto scrive Nature, il 58% delle persone nei paesi ad alto reddito aveva ricevuto almeno una dose di vaccino, mentre nei paesi a basso reddito questo numero si è attesta solo all’1,3%.

La netta presa di posizione dell’Oms arriva in concomitanza con la decisione degli Stati Uniti di procedere con la terza dose già dal 20 settembre. Ad annunciarlo è stata una nota diramata mercoledì e firmata dalla direttrice dei Centri per la prevenzione delle malattie (Cdc) Rochelle Wakensky e dal capo della Food and Drug Administration (Fda) Janet Woodcock. L’ulteriore richiamo di Pfizer o Moderna verrà somministrato otto mesi dopo la seconda dose. Non è stata invece presa una decisione sull’opportunità o meno di una seconda dose del vaccino di Johnson&Johnson.

Chi sta già somministrando le terze dosi è Israele, che nei mesi scorsi ha visto un notevole aumento dei contagi da nuovo coronavirus. All’inizio di questa settimana avevano fatto la dose di richiamo 1 milione di israeliani. Uno studio del Maccabi Health Services pubblicato in questi giorni ha dimostrato che la terza dose con il vaccino Pfizer-BioNTech è efficace all’86% nel prevenire l’infezione da covid-19 negli over 60 anni

Pfizer stesso ha fatto sapere che la sua efficacia del vaccino a due dosi scende dal 96% all’84% dopo sei mesi e afferma che i risultati degli studi clinici che valutano la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia di una terza dose sono previsti a breve.

Nonostante i richiami dell’Oms sembra che l’inizio della campagna vaccinale per una terza dose non sia in dubbio per l’Europa e i Paesi più industrializzati, ma solo una questione di tempo. Anche il governo italiano, insieme al Comitato tecnico scientifico, sta pensando di partire con le terze dosi in autunno, ma inizialmente solo per i più fragili.

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