Cosa sta succedendo al rave sul lago di Mezzano, nel viterbese
Nella mattinata del 19 agosto una ventina di blindati della Polizia si sono diretti verso il lago di Mezzano. Qui, nelle campagne del piccolo comune di Valentano, nel viterbese, dal 13 agosto si sta svolgendo un rave – anche detto free party – che ha richiamato tra le 10 e le 15mila persone da tutta Europa, secondo il sindaco del paese laziale.
La polizia ha identificato oggi 250 persone ancora presenti, invitandole ad andarsene, mentre molti partecipanti avevano lasciato il luogo della festa nella notte e già nei giorni precedenti. Il rave sta preoccupando le autorità italiane soprattutto a causa delle migliaia di persone hanno partecipato senza distanziamento sociale e misure contro Covid e che potrebbero dare vita a un ingente focolaio, ma anche per le ricadute ambientali su un’area protetta e un ecosistema fragile.
Il ritrovo ha iniziato a fare notizia lunedì dopo che si è saputo della morte di un ventiquattrenne, Gianluca Santiago. Il ragazzo si era allontanato dal raduno la sera del 15 agosto. Nessuno lo aveva più visto e il giorno dopo il suo cadavere è stato ritrovato nel lago. Molti dei partecipanti, dopo la morte di Santiago avrebbero deciso di andarsene. Altri quattro ragazzi, stando alle cronache, sono invece finiti in coma etilico nel corso della festa.
Nei giorni scorsi erano già arrivati agenti della Guardia di finanza, del reparto mobile dei Carabinieri e auto della Polizia di Viterbo per pattugliare la zona. Il questore ha fatto sapere che era stata iniziata una trattativa con i presenti perché se ne andassero, mettendo fine alla festa. I sindaci dei comuni circostanti al lago hanno chiesto lo sgombero immediato dell’area, ma lo stesso questore ha risposto che sarebbe stato impossibile visti le migliaia di persone e i mezzi sparsi in un’area grande trenta ettari – che, tra l’altro, è proprietà privata.
Uno dei maggiori ostacoli era che, secondo quanto ha detto al Post il sindaco di Valentano, Stefano Bigiotti, la maggior parte dei ragazzi presenti non è italiana, ma francese. “Francesi sono gli organizzatori che vogliono rimanere fino al 23 agosto se no, dicono, non rientrano nei costi”, ha sostenuto Bigiotti. La situazione sembra essersi sbloccata solo in queste ore dopo l’intervento del ministero dell’Interno.
Intanto, la procura di Viterbo ha aperto un fascicolo sulla morte di Santiago come conseguenza di altro reato. Sono in corso accertamenti, anche in collaborazione con le polizie di altri Paesi europei, per identificare gli organizzatori del rave e per accertare eventuali responsabilità per la violazione delle norme anti Covid.
Il rave sul lago di Mezzano, secondo quanto riferito da Giuseppe Di Pino, membro del Network italiano riduzione del danno, presente sul posto, è stato “il più grande free party in Italia degli ultimi 10-15 anni, il maggiore probabilmente in Europa di questa estate. Un teknival, e cioè un free party di grandi dimensioni”. Già all’inizio i luglio all’inizio di luglio ci fu un raduno sulle colline pisane dove arrivarono seimila ragazzi.
I free party sono delle feste in cui si suona musica techno, goa, psy-trance o acid house, e a cui per partecipare non si paga un biglietto. Si tengono in spazi abbandonati o all’aperto. A volte, come in questo, caso durano giorni e ci sono delle regole che i partecipanti devono seguire. Questi raduni non sono per forza illegali se la festa non si svolge in una proprietà privata, non ha fini di lucro e se nel corso del rave non avvengono attività illegali. Le polemiche che accompagnano i rave sono legate solitamente al consumo o allo spaccio di droga dei partecipanti.
Questi tipi di feste hanno avuto una notevole storia dalla fine degli anni ‘80 in Gran Bretagna, ma anche l’Italia può vantare grandi eventi del genere in passato. Si considera come primo rave party italiano quello tenuto vicino al lago di Bolsena, in Toscana, nel 1999.
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