Il referendum sull’eutanasia legale ha raccolto più di 500mila firme
Il referendum sull’eutanasia legale si farà. Oggi, infatti, sono state superate le 500 mila firme necessarie per indirlo. Lo ha annunciato su Twitter Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, promotrice dell’iniziativa depositata in Cassazione lo scorso 20 aprile. Oltre 100 mila firme sono state raccolte solo negli scorsi 4 giorni, cioè da quando è possibile firmare anche su internet con la propria firma digitale, per le iniziative referendarie.
Più di 430 mila firme sono state raccolte da giugno a oggi dai gruppi di volontari ai tavoli, alle quali se ne aggiungono più di 70 mila arrivate online in 4 giorni, di cui 18 mila in sole 3 ore. “Un grazie a chi sta realizzando questa impresa. Vi voglio bene” ha scritto Cappato su Twitter “Andiamo avanti per mettere il risultato al sicuro da errori e ostacoli, verso le 750 mila firme”. Il Comitato promotore ha tempo ancora fino al prossimo 30 settembre per raggiungere questo obiettivo e assicurarsi contro ogni possibile errore nella raccolta o difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli.
+++ oltre 500.000 persone hanno firmato il #ReferendumEutanasiaLegale ! +++
Un grande grazie a chi sta realizzando questa impresa. Vi voglio bene.
Andiamo avanti per mettere il risultato al sicuro da errori e ostacoli, verso le 750.000 firme.@EutanaSiaLegale @ass_coscioni
— Marco Cappato (@marcocappato) August 16, 2021
Il quesito
L’obiettivo del referendum è decriminalizzare il cosiddetto “omicidio del consenziente”, tramite l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del codice penale, che impedisce di introdurre il diritto all’eutanasia attiva in Italia. Con eutanasia attiva si intende un decesso provocato intenzionalmente tramite la somministrazione di sostanze letali, da un medico o da una terza persona. Se il referendum dovesse essere approvato, questo diritto verrà garantito nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, ma sarà punibile se commessa contro una persona incapace di intendere, contro una persona minore di 18 anni o se il consenso sia stato estorto con violenza o minacce.
A oggi, in Italia, l’eutanasia attiva è vietata sia nella versione diretta, in cui è una terza persona a somministrare il farmaco letale, sia nella forma indiretta, per cui è il paziente a assumere il farmaco in maniera autonoma. Sono invece ammesse forme di eutanasia passiva, ovvero quando ci si astiene dal mantenere un paziente in vita che sia in preda a “sofferenze intollerabili” e per le quali non esista rimedio o cura. Nel mondo sono solo 7 i paesi che garantiscono il diritto a tutti i tipi di eutanasia, di cui l’ultimo arrivato è la Spagna, dove è stata legalizzata lo scorso 18 marzo. In altri paesi come Svizzera, Francia, Austria, Germania, Danimarca, Norvegia, Ungheria, Lituania, Lettonia sono invece autorizzate o l’eutanasia passiva o il suicidio assistito, cioè l’eutanasia indiretta.
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