Digitale terrestre, lo switch off di settembre è stato rinviato

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Una consultazione tra ministero dello Sviluppo economico, operatori radiotelevisivi e produttori industriali per valutare insieme la fattibilità tecnica di una modifica delle tempistiche relative alla migrazione verso il nuovo digitale terrestre: è quanto avvenuto martedì, intorno al “Tavolo Tv 4.0”, che ha prospettato un passaggio più “morbido” al formato Mpeg4 e alla codifica Dvb-T2, rispetto a quanto comunicato finora. Il documento presentato in audizione suggerisce la possibilità di varare la transizione al Mpeg4 di alcuni programmi su base volontaria da parte delle emittenti, soltanto a partire dal 15 ottobre e non più su base obbligatoria per tutte le trasmissioni dall’1 settembre.

Saranno quindi le televisioni a scegliere quali canali trasmettere in Mpeg4, seguendo l’invito del ministero e in vista della nuova data indicata avverrebbe lo spegnimento soltanto di “un numero di programmi rappresentativi”, ancora in Mpeg2. Da quanto prospettato, il passaggio obbligatorio al Mpeg4 verrebbe rimandato a un “successivo provvedimento da emanare entro la fine del 2021”, a seguito della verifica degli effetti di quanto suddetto. Differimento anche per l’attivazione dello standard Dvb-t2, che “sarà disposta a partire dal 1 gennaio 2023”, facendo saltare la data dell’1 luglio 2022 precedentemente fissata.

Alla riunione in videoconferenza hanno partecipato Rai, Mediaset e La7: l’emittente del servizio pubblico ha fatto sapere che trasmetterà i canali principali in simulcast nei due formati, mentre solo i canali tematici passeranno in Mpeg4, secondo quanto riporta Repubblica. Il MiSe ripromette quindi “una campagna di comunicazione diffusa e intensiva per rendere consapevoli i cittadini della necessità di dotarsi di apparecchi televisivi adeguati”, che include cartellonistica, spot e un portale ufficiale dedicato. La modifica del calendario sarebbe determinata dal fatto che l’acquisto dei nuovi televisori sia andato molto a rilento, a causa della situazione creata dal Covid-19 e che gli effetti del bonus da 100 euro per tutti potranno avere effetto a decorrere solo da agosto (ce n’è anche uno da 50 euro per famiglie con Isee inferiore a 20mila euro).

Eppure, appena a giugno il report ufficiale della Fondazione Bordoni aveva fotografato la situazione in maniera diversa: le famiglie pronte al Dvb-T2 sono il 58,2% di quelle che utilizzano il digitale terrestre (il che corrisponde ad un numero di famiglie tra 12,9 e 14,7 milioni) registrando “un sensibile aumento di quelle che si sono adeguate ai nuovi standard”, rispetto agli anni precedenti. E poi “la situazione è ancora più incoraggiante se si considera il dato relativo alle famiglie pronte al primo passaggio tecnologico”, circa il 92% (quindi tra i 21,5 e i 22,1 milioni) con previsioni ancora più ottimistiche per settembre. Nel caso del Mpeg4 le famiglie non abilitate “potrebbero essere solamente tra lo 0 e 0,9 milioni”.

D’altro canto, Aeranti-Corallo, associazione di Confcommercio che riunisce imprese radiofoniche e televisive locali e vari operatori del settore, ha osservato che l’ipotesi di differimento così formulata non consente di ottenere la nuova numerazione automatica dei canali entro le date indicate, suggerendo invece uno switch off contestuale e globale di formati, codifiche ed emittenti nazionali e locali tra aprile e giugno 2022.

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