Voghera, Salvini ha le idee confuse sulla legittima difesa
Appena ricevuta la notizia dell’assessore leghista Massimo Adriatici che a Voghera ha ucciso con un colpo di pistola il cittadino marocchino Youns El Boussetaoui, Matteo Salvini ha diffuso un video sui social al riguardo. Una presa di distanza dall’uomo del suo partito? Una richiesta di chiarezza sui fatti accaduti? No, due minuti di contraddizioni in cui il Capitano ha assunto i panni del giudice e ha emesso la sua sentenza: si è trattato di legittima difesa perché la difesa è sempre legittima.
In realtà il video è un concentrato di strafalcioni e di asserzioni che non riescono a collegarsi logicamente. C’è un focus costante sulla vittima, che insiste a definire una persona molesta e già nota alle autorità, quasi a dirci che in fin dei conti l’assessore di Voghera ci ha fatto un favore. E poi le lodi continue allo sparatore, bravissima persona, figura competente con trascorsi nella polizia e in magistratura, a suggerirci una qualche regola generale per cui se hai un buon curriculum è impossibile tu possa esserti macchiato di un reato o comunque avrai avuto le tue buone ragioni per farlo. Ad ogni modo, è la parte sul movente dello sparo quella più interessante. Salvini nel giro di cinque secondi dice che si è trattato di legittima difesa, poi però descrive la scena in cui il colpo sarebbe partito per sbaglio.
Il leader della Lega, insomma, non ha idea come al solito di cosa stia dicendo. Intanto, l’ipotesi di reato a carico dell’assessore di Voghera è quella di eccesso colposo di legittima difesa, che in ambito penale appartiene appunto alla categoria dell’omicidio colposo, non della legittima difesa. In secondo luogo, l’eccesso colposo di legittima difesa decade in certe circostanze, è vero, ma non quelle in cui si trovava l’assessore: l’episodio sarebbe dovuto avvenire all’interno della sua abitazione, non in una piazza cittadina. Focalizzandosi poi sulla dinamica della tragedia, se davvero il colpo è partito per sbaglio allora siamo ovunque tranne che nella legittima difesa, che invece è una reazione volontaria e proporzionata a un’offesa che mette in pericolo la propria incolumità. Qui non ci si avvicina nemmeno un po’ alla versione di Salvini, visto che peraltro da quanto emerso la vittima non era armata, alla faccia delle proporzionalità della risposta. Paradossalmente, se davvero il leader leghista avesse voluto provare a scagionare il collega avrebbe dovuto dire che lo sparo sarebbe stato volontario, magari focalizzandosi sull’offesa ricevuta e tirare in ballo qualche pistola o coltello di circostanza. Tanto, mentire per mentire…
Tutti questi elementi che sbugiardano la ricostruzione salviniana sono gli stessi contenuti nella legge sulla legittima difesa approvata da Salvini durante il governo giallo-verde, che dimostra quindi di non conoscere o, più probabile, di far finta di non conoscere. Perché se per anni abbiamo dovuto subire lo slogan che “la difesa è sempre legittima”, i fatti di Voghera ci confermano che non lo è e che quella di Salvini è sempre stata mera propaganda.
Il video diffuso sui social si apre con “non è stato un far west”, ma la sensazione che emerge dalle sue parole è che l’Italia che ha in testa è proprio un far west, dove persone in giacca e cravatta hanno diritto a sparare a persone con precedenti penali in quanto persone con precedenti penali, andare in giro per la città con le armi cariche a imporre ordine è la normalità e le morti, anche quelle accidentali causate da presunti “colpi partiti per sbaglio”, verranno giudicate in base al curriculum dei protagonisti della tragedia, non dei fatti. Una visione molto pericolosa della giustizia, un approccio reazionario, che calpesta la Costituzione italiana nella parte in cui si dice che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge.
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