Alluvione in Germania: la catastrofe climatica è arrivata anche in Europa

Ovunque puntiamo il dito sul mappamondo c’è una catastrofe climatica in corso. L’Europa sta vivendo quella che è stata già definita l’alluvione del secolo, le piogge torrenziali in Olanda, Belgio, Germania e ora Austria che hanno causato centinaia di morti e dispersi. L’America settentrionale ha fatto segnare temperature superiori ai 50 gradi in Canada, che hanno provocato la morte di migliaia di animali marini. L’America latina fa i conti con quella foresta amazzonica sempre meno polmone verde del Pianeta, dopo che uno studio ha rilevato che a causa degli incendi e della deforestazione massiva in corso la quantità di anidride carbonica rilasciata dalla foresta è maggiore di quella assorbita. L’Asia è alle prese con gli incendi che stanno mettendo in ginocchio il nord siberiano, con un milione di ettari di bosco distrutti in poco tempo. L’Africa è tormentata da eventi climatici estremi, come la siccità del Madagascar che è stata definita la peggiore degli ultimi decenni e che sta facendo sprofondare milioni di persone in povertà.

immagine iPa

Sono solo alcune delle situazioni critiche che il pianeta Terra sta vivendo in questo inizio estate 2021, ma a voler fare una lista di eventi climatici estremi delle ultime settimane e delle loro conseguenze devastanti sulle popolazioni potremmo andare avanti all’infinito. Restando al nostro cortile di casa, quello che è successo soprattutto in Germania ma anche nei paesi limitrofi, come l’Austria nelle ultime ore, non l’avevamo forse mai visto dalle nostre parti. Villaggi interi spazzati via da fiumi in piena, precipitazioni come quelle nell’area di Colonia che hanno quasi raddoppiato il record precedente di quantità d’acqua caduta in un giorno, un bollettino di morti e dispersi che ci ricorda più quello degli uragani oltreoceano che non delle perturbazioni nostrane. Se le alluvioni, le siccità, gli sbalzi di temperatura non sono cosa nuova, il problema degli ultimi tempi è la frequenza e la forza con cui tutto questo si verifica.

Come ha sottolineato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, quanto successo in Germania e dintorni è “un chiaro segnale del cambiamento climatico”. Meteorologi e studiosi sono d’accordo, l’innalzamento di oltre un grado della temperatura media della Terra sta causando una serie di effetti a catena di cui l’alluvione centro-europea è solo una traccia. Le correnti a getto, quelle che fanno spostare le perturbazioni, sono più rallentate e allo stesso tempo il riscaldamento degli oceani e dell’atmosfera riempiono l’aria con più acqua. Il risultato sono precipitazioni più intense che possono rimanere “bloccate” per lungo tempo sulla stessa zona, invece che muoversi. Le immagini tedesche sono insomma solo una preview di quello che ci aspetta, dal momento che non si è trattato di un evento casuale ma della normale conseguenza del caos climatico che stiamo vivendo. Episodi meteorologici estremi di questo tipo, che eravamo abituati a vedere in altri emisferi, ora sono anche roba nostra e l’unica cosa positiva che possiamo ricavare fuori da questa storia è che può aver aumentato la consapevolezza ad agire con più urgenza.

La Commissione europea nelle scorse settimane ha presentato un interessante pacchetto di riforme contro il cambiamento climatico che da molti è visto come rivoluzionario. La lobby fossile e molte cancellerie hanno già annunciato che gli faranno la guerra e il timore è quindi che i negoziati si tradurranno in una nuova occasione persa. Un film già visto negli anni scorsi, che è la causa delle catastrofi che stiamo vivendo oggi e che se si andrà avanti così non farà altro che rovinare ulteriormente la vita delle generazioni presenti e future. I cambiamenti strutturali nei modi di produzione, nei sistemi di consumo di suolo, nelle politiche di urbanizzazione sono la più grande urgenza del presente ed è finito il tempo in cui si parlava solo di proiezioni future, catastrofi imminenti e tragedie già in corso ma lontane migliaia di chilometri: la tragedia è già in corso, ovunque. E quindi ovunque bisogna agire. per invertire il trend non prima che sia troppo tardi, perché è già troppo tardi, ma per cercare quanto meno di raggiungere un equilibrio sostenibile.

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