Droni, satelliti e infrastrutture, la Puglia alle prese con le sfide della new space economy

Tra i settori più attesi per il contributo al rilancio dell’economia italiana sul lungo termine c’è quello aerospaziale, in cui l’Italia vanta una posizione di leadership grazie a un comparto industriale di eccellenza.
Già il piano strategico del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) Space Economy (varato nel 2016, ndr) sottolineava infatti come l’Italia fosse “una delle pochissime nazioni al mondo a disporre di una filiera di prodotto completa nel settore spaziale”. E se un tempo si parlava di space industry negli ultimi anni il paradigma è cambiato e si parla di space economy, perché il perimetro si è ampliato: i servizi spaziali, e le infrastrutture e le tecnologie di supporto non spaziali necessarie alla realizzazione dei servizi, si sono affiancate agli storici pilastri del sistema (lanciatori, satelliti, ground segment).
Anche il recentissimo Piano nazionale di ripresa e resilienza ribadisce la natura strategica di questo comparto che può dare risposta anche ai grandi temi di transizione dei sistemi economici, come le implicazioni del cambiamento ambientale ad esempio. Gli ambiti di intervento sono molteplici (osservazione della Terra, space factory, accesso allo Spazio, In-Orbit economy, ecc.) per farne target di investimento e volano di crescita. E anche di riduzione dei divari territoriali, laddove si cita la rivitalizzazione dei distretti aerospaziali delle regioni del Mezzogiorno.
E tra le regioni a maggior vocazione aerospaziale figura la Puglia, dove diversi player di successo operano in numerose specializzazioni produttive del comparto (progettazione software, propulsione, progettazione e costruzione velivoli, ecc.). A fine 2019, il settore aerospaziale pugliese contava 738 milioni di fatturato export, 550 imprese, oltre 7.900 addetti, e quasi mezzo miliardo di investimenti generati dagli strumenti di agevolazione regionali.
Tuttavia anche le sfide del settore sono in evoluzione, perché nuovi paradigmi si affermano rispetto a decenni fa, cresce la richiesta di prodotti e servizi abilitati dal fattore space, e nella fase attuale le aziende devono anche confrontarsi con il mondo post Covid e con la contrazione economica generata dalla pandemia.
Lo conferma a Wired, Giuseppe Acierno, presidente del Distretto tecnologico aerospaziale (Dta), tracciando un bilancio sullo scorso anno: “Il 2020 è stato un anno caratterizzato dalla crisi del trasporto aereo, che conseguentemente ha coinvolto non solo le compagnie di volo ma anche le aziende dedite alla produzione o alla manutenzione di aeromobili; le produzioni aeronautiche hanno subito un forte e sicuro calo, che si è tradotto nella cancellazione di ordini, nel rinvio di acquisti e produzione conseguente. Una dinamica che ha impattato ovunque e ha avuto ripercussioni anche in Puglia sui prime contractor del settore. Altro discorso riguarda le attività spaziali che hanno avuto, invece, continuità e crescita e hanno intercettato alcune tipologie di bisogni alla luce dell’emergenza. Lo spazio ha risentito meno dell’aeronautica. Il 2020 è stato un anno positivo per il distretto in termini di bilancio ma anche di attività e risultati conseguiti; abbiamo continuato a rafforzare la componente di collaborazioni internazionali, siamo cresciuti sulle partnership funzionali all’attuazione di progetti ricerca, sulla competenza dei temi tecnologici in cui ci specializziamo, sull’efficacia dal punto di vista economico e finanziario delle iniziative sostenute”.
Tra gli impegni nell’immediato futuro, il Mediterranean Aerospace Matching, in programma all’aeroporto di Grottaglie, dal 22 al 24 settembre 2021. Una tre giorni di tavole rotonde, incontri b2b e dimostrazioni di volo, che consentirà a piccole e medie imprese e startup innovative di incontrare investitori internazionali e rappresentanti delle maggiori industrie aerospaziali. Un evento ideato e progettato dal Dta, promosso da Regione Puglia, Mise, Ice-Agenzia, in collaborazione con Enac (Ente nazionale per l’Aviazione civile) e Asi (Agenzia spaziale italiana) e con il supporto di Puglia Sviluppo e di Arti Puglia, l’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione.
Acierno specifica che “sono tre gli assi portanti: il tema dell’advanced mobility, con un focus particolare sull’urban air mobility; il tema del trasporto spaziale con una sezione del Global Space Economic Workshop che avrà come tema il trasporto spaziale; il terzo tema è l’incontro tra fondi investimenti internazionali e le startup operative nel campo dei droni o dell’unmanned traffic management. Ci saranno anche una serie di esibizioni di droni in diversi scenari operativi. Il nostro obiettivo è consolidare Grottaglie come infrastruttura sempre più aperta all’utilizzo in chiave nazionale ed internazionale. Ricordo che Grottaglie è un test bed su cui si svolgono sperimentazioni per i voli a pilotaggio remoto ed è il primo spazioporto riconosciuto dal ministero e sottoposto a regolamentazione Enac”.
Lo scorso giugno, proprio restando in tema droni, sono stati presentati i risultati preliminari del progetto Ecaro (Egnos Civil Aviation Roadmap): la campagna di sperimentazione e dimostrazione svoltasi a Grottaglie doveva stabilire se un sistema aeromobile a pilotaggio remoto può essere integrato nello spazio aereo controllato ed essere quindi abilitato a operare procedure di approccio basate sui sistemi di navigazione Gnss europei (Egnos e Galileo) integrati con Gps.
Tra i partner del progetto, gestito da un consorzio coordinato da Enav, anche la barese Planetek Italia che, al fine di monitorare le interferenze al segnale Gnss (Global navigation satellite system), ha testato un sistema prototipale di monitoraggio delle radio frequenze installato presso l’aeroporto di Grottaglie.
Giovanni Sylos Labini, ceo dell’azienda, spiega le finalità della sperimentazione che, afferma il manager, “tocca un punto molto importante e sensibile: la protezione dei droni da cyberattacchi. Attacchi di genere diverso, dall’intervento sui sistemi di comando e controllo ai tentativi di dare posizioni false al velivolo. Quello che cerchiamo di fare è fornire al drone una capacità di elaborazione che gli consenta di capire la bontà dei dati che sta ricevendo e utilizzare sistemi indipendenti, come sensori di visione computerizzata, per capire se la sua posizione è corretta e così le immagini che riceve”.
Sylos Labini rimarca le peculiarità del sito tarantino di Grottaglie ai fini del test: “Per questo tipo di attività il test bed di Grottaglie è una risorsa difficilmente sostituibile. Svolgiamo questi test in condizioni assolutamente realistiche, e proprio da queste attività nasce la regolamentazione che dovrebbe consentire ai sistemi unmanned di condividere lo spazio aereo con altri velivoli in sicurezza; una delle maggiori limitazioni all’utilizzo dei droni non è tecnica ma è normativa. Grottaglie dà il vantaggio di testare processi e procedure ed è quindi un acceleratore di processi“.
La mission dell’azienda fondata nel 1994 è fornire soluzioni per valorizzare i dati geospaziali in tutte le fasi, dall’acquisizione all’analisi e alla condivisione. I campi di applicazioni dei dati sono numerosi e il peso di alcuni, dalle smart city al monitoraggio ambientale, nel mondo di oggi è più rilevante di prima: come cambia quindi il business nel tempo? Risponde Sylos Labini: “I servizi di osservazione della Terra sono il core business dell’azienda; non ci limitiamo a estrarre da queste immagini informazioni ma conoscenza, lo facciamo attraverso una piattaforma che si chiama Rheticus. Per assicurare la resilienza di un’azienda come Planetek è molto importante capire quali sono le tendenze di evoluzione tecnologica. Già dieci anni fa abbiamo capito che lo spazio stava cambiando in maniera importante, dalle grandi missioni alle piccole costellazioni di satelliti. Abbiamo sviluppato la capacità di fare direttamente a bordo dei satelliti le cose che facevamo a Terra ed è nata la linea di attività Space Edge, un altro marchio di Planetek”.
Gli asset tecnologici stessi sono cambiati, in termini di potenza di calcolo e non solo: “L’aspetto interessante è che i costi si sono ridotti e la possibilità di avere crescenti capacità di calcolo in maniera dinamica è diventata praticamente infinita, possiamo aumentare la capacità mano a mano che aumenta la domanda di servizi. Grandi progetti, come quello recente per la European Environment Agency (una mappatura ad altissima risoluzione delle zone costiere europee, ndr) sono possibili grazie alla possibilità di accedere a risorse di calcolo scalabili, in quanto oggi la capacità di calcolo è diventata sostanzialmente una commodity”.
Anche Planetek prenderà parte al Mediterranean Aerospace Matching, in programma all’aeroporto di Grottaglie. Nel futuro del Marcello Arlotta (questo il nome dello scalo in provincia di Taranto, nr) non ci sono solo test sui droni ma anche il sogno del decollo dei voli suborbitali commerciali, un obiettivo che rientra a pieno titolo nelle grandi opportunità da tenere d’occhio. Tuttavia un tema più imminente, come sottolineato dallo stesso Acierno, ai fini della valorizzazione delle infrastruttura, è la possibilità che Grottaglie possa essere utilizzato dall’Esa (European Space Agency) per il rientro a fine missione, nel 2023, del veicolo spaziale, e laboratorio robotico senza equipaggio, Space Rider, che realizzerà esperimenti scientifici e tecnologici in condizioni di microgravità e il cui lancio è atteso nel terzo trimestre del 2023 dalla base di lancio europea nella Guyana francese, come indicava Esa a fine 2020.
La memoria di bordo del laboratorio robotico automatizzato sarà realizzata dall’azienda spaziale (nata nel ’94, parte della holding Angel, ha a Mola di Bari il suo quartier generale e sede delle principali attività di progettazione, ingegneria e produzione, ndr) Sitael, che rientra tra gli attori del consorzio industriale continentale – guidato da Thales Alenia Space e Avio – al lavoro sullo sviluppo delle tecnologie per il volo inaugurale nel 2023. Alla presidente Chiara Pertosa, chiediamo a che punto sia il progetto: “Siamo appena all’inizio. Noi lavoriamo sulla parte elettronica, molto importante, e su cui siamo molto confidenti; sicuramente arriveremo in tempo, e speriamo che tutta la compagine coinvolta rispetti la deadline, perché nei programmi spaziali se ritarda uno, ritardano tutti”.
I dati scientifici provenienti dai diversi strumenti in attività su Space Rider saranno memorizzati e protetti dalle radiazioni e dalle temperature dell’ambiente spaziale; l’azienda ha già fornito unità di elaborazione e gestione dati per altre missioni (Solar Orbiter, Juice, Gaia, Copernicus Sentinels) oltre a sviluppare nel 2016 una tecnologia di protezione dei dati dalle radiazioni. Un solido know how quindi ma anche processi di costante innovazione, perché come sottolinea Pertosa, “non ci fermiamo mai nel segmento ricerca, sia per la componentistica, che si aggiorna sempre, sia nell’ambito dei metodi con cui conseguire i risultati. In questo campo è assolutamente necessario rimanere sempre aggiornati. Ecco perché il sostegno del business da parte dei clienti istituzionali, delle agenzie spaziali è importante per aziende che investono molto in R&S, una quota che in Sitael arriva anche al 30%”.
Non solo Space Rider però nel futuro prossimo dell’azienda che a settembre inaugurerà una nuova facility a Mola di Bari; Sitael infatti ha annunciato – a giugno – che svilupperà l’unità di alimentazione e controllo dello strumento iperspettrale nell’ambito della missione Chime (Copernicus hyperspectral imaging mission), volta a fornire osservazioni iperspettrali di routine a supporto di servizi in numerosi campi (agricoltura di precisione, biodiversità, ecc). Sitael è anche prime contractor del Programma Platino: a giugno 2020, nella sede di Mola di Bari, la firma dell’accordo commerciale per regolare i rapporti con Thales Alenia Space Italia, Leonardo e Airbus. Obiettivo del programma, la realizzazione di due missioni per il lancio dei satelliti Platino 1 e Platino 2, nel prossimo biennio.

Sitael sviluppa satelliti, sistemi di propulsione elettrica, strumenti scientifici per missioni spaziali e soluzioni IoT per applicazioni industriali; a Pertosa Wired chiede anche se sia il miglior momento di sempre per gli attori della space economy e quanto lo spazio contribuirà alla ripresa economica: “Sembra una fase interessante, ma il rallentamento della burocrazia fa sì che le industrie vadano in difficoltà. Sitael ne soffre meno essendo parte di un gruppo industriale solido e importante però tra i colleghi dell’Aipas (Associazione delle imprese per le attività spaziali, ndr), soprattutto le piccole e medie imprese, la situazione è diversa. Sicuramente la ripartenza del settore spaziale è necessaria, dobbiamo cercare di sfruttare un vantaggio tecnologico che l’Italia ha e che però si può perdere in poco tempo. Ripartire dall’industria spaziale significa guardare dieci anni avanti. Pensiamo a tutti i servizi che si potrebbero avere, ai nuovi modelli di business che si potrebbero creare attraverso l’esplorazione dello spazio in modello real time. Tutto ciò può accadere solamente con costellazioni di satelliti in grado di osservare la Terra in modo molto preciso e i satelliti devono essere tanti, guardare la stessa immagine da satellite n volte e in maniera consecutiva”.
Pertosa siede nel consiglio di amministrazione del Politecnico di Bari dallo scorso settembre e anche nella nuova governance del Dta, un angolo di osservazione peculiare sul sistema dell’aerospazio in Puglia: come conferma la dirigente “la Puglia ha sicuramente un buon distretto ed è una terra che ha sempre fatto sistema. Si può migliorare sempre, gli spunti sono tanti; l’università è importante ma lo sono anche gli istituti tecnico superiori, come l’Its Cuccovillo (a Bari, ndr), quindi non solo la formazione universitaria, ma anche quella tecnica post diploma”.
L’azienda e l’Its Cuccovillo hanno infatti firmato un accordo quadro per l’alta formazione: nel biennio 2021-2023, 15 giovani diplomati seguiranno infatti il corso in meccatronica applicata all’industria dei satelliti. L’approccio duale, in aula e in azienda, consentirà agli studenti di interagire a stretto contatto con i progettisti di Sitael, per comprendere la gestione di tecnologie innovative e i numerosi aspetti della produzione dei satelliti, dall’assemblaggio ai collaudi.
La formazione sarà quindi decisiva per chi aspira a lavorare nel settore, nella consapevolezza che la space economy di oggi ha caratteristiche diverse di quelle di un tempo.
Lo conferma anche il docente del Politecnico di Bari Antonio Messeni Petruzzelli, esperto di aerospazio e referente per l’accordo che a fine 2019 è stato sottoscritto tra Esa e PoliBa: “Abbiamo sempre visto lo spazio guidato da una leva scientifica o geopolitica. Oggi è necessaria una contestualizzazione diversa del contesto space, bisogna comprendere nuove dinamiche, c’è maggiore attenzione non solo alle tecnologie ma anche alle applicazioni, alle opportunità di business che si possono valorizzare, ai servizi che si possono costruire”.
Il Politecnico di Bari è sede di un EsaLab, un laboratorio congiunto grazie all’accordo firmato nel 2019 dal rettore Francesco Cupertino e dal direttore generale Esa, Jan Wörner; la collaborazione tra Esa e Politecnico sui temi dell’aerospazio e della new space economy costituisce un valore aggiunto per l’ateneo e Messeni Petruzzelli spiega perché: “Se parliamo di ricerca fondamentalmente le attività principali fanno riferimento alla new space economy, ai temi della space architecture, ai temi della gestione degli spazioporti e allo sviluppo di tecnologia satellitare. Se parliamo di contributi all’interno dello spazio formativo, grazie al supporto di Esa, realizziamo un ciclo di seminari nell’ambito del dottorato di ricerca in Scienza aerospaziale, con cadenza periodica, invitando esperti del mondo space che spiegano alla comunità dei dottorandi temi ad ampio ventaglio. Sul trasferimento tecnologico, con l’agenzia siamo impegnati in tutta una serie di attività progettuali per aumentare la competenza e la presenza di attori privati nel settore space, per supportare l’ingresso di imprese che non operano nel settore space ma possono farlo con un salto tecnologico; con Esa abbiamo finanziato un progetto nell’ambito dell’iniziativa Telemacus (Telemedicine Monitoring and Collaborative Hub-and-Spoke System, ndr); tutte queste iniziative vengono svolte all’interno di EsaLab, che cerca di guardare a tutti gli ambiti delle attività space”.
Inoltre, prosegue l’accademico, “con Esa abbiamo lanciato un progetto destinato a ingegneri aerospaziali triennali e magistrali, in via sperimentale, con contenuti formativi tesi a ibridare le competenze hardware tipiche dell’ingegneria spaziale con skill più soft nella logica di superare il solo approccio Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, ndr). Lo spazio oggi è cambiato e la complessità che si porta dietro richiede approcci multidisciplinari”.
Competenze nuove per tempi nuovi; la fase old space della corsa alla Luna sembra molto lontana, anche guardando ai trend emergenti (turismo spaziale, space mining, costruzione di habitat lunari) che definiranno il futuro. Quanto sarà rilevante ancora l’apporto degli attori statali, in un settore dove i privati riscrivono le nuove regole, come dimostra il caso della società SpaceX che fornisce servizi di trasporto spaziale anche alla Nasa? “Sicuramente sull’ambito space, a livello generale, la domanda pubblica è ancora determinante, anche a livello americano lo è grazie alla Nasa. In una fase emergente dell’industry è importante il ruolo pubblico per affrontare rischi difficili da assorbire per singoli soggetti in ambiti capital intensive. È importante che si crei un ecosistema che si basi non solo su singoli soggetti privati ma anche su un orchestratore pubblico che può in qualche modo guidare le politiche di sviluppo, perché c’è bisogno di aiuti nella gestione del rischio”, conclude l’accademico.
L’appuntamento di Grottaglie, per il Mediterranean Aerospace Matching (Mam) non è l’unico atteso in autunno per l’aerospazio pugliese che sarà presente anche alla “space week” dell’Expo 2020 Dubai, dal 17 al 23 ottobre 2021, con una delegazione istituzionale ed imprenditoriale, intenta ad affermare il ruolo strategico della Puglia nella new space economy internazionale.
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