Come cambia, per l’ennesima volta, la fondazione Enea tech

Giovani e innovazione: è tempo di biotech - Una scelta per il futuro.
(Foto: Corbis Images)

Con un emendamento al decreto legge Sostegni bis, la conversione parlamentare ha portato ulteriori modifiche a scopi e finalità alla fondazione Enea Tech che, dopo essere diventata Enea Biomedical Tech, ora cambia nuovamente nome in Enea Tech e Biomedical. Dopo essere stato concepito dal governo Conte bis, con un fondo dedicato a iniziative di trasferimento tecnologico, il dl Sostegni bis era intervenuto decidendo che 200 milioni dei 500 in dotazione fossero destinati al biomedicale, effettuando un primo cambio di nome dell’organismo. Ora, l’emendamento ha stabilito che 250 milioni saranno riservati a settori dell’economia verde e circolare, Ict, deeptech, green e agritech, secondo quanto riporta la Repubblica, e che le risorse saranno aumentate di 400 milioni di euro.

La fondazione, il cui sito resta ancora non aggiornato, è rimasta in una fase di stallo, dopo essere nata tra le perplessità. Dovute da un lato per l’iniziale somiglianza con le finalità di trasferimento tecnologico previste con il Fondo nazionale innovazione di Cassa depositi e prestiti, dall’altro per i presunti effetti distorsivi che avrebbe potuto causare sul mercato nel finanziamento alle startup.

C’è da dire che l’ente, con 30 persone in forze, aveva mille progetti di startup che aveva vagliato con una call aperta il 16 febbraio e chiusa a maggio. E firmato un accordo con l’Agenzia spaziale europea (Esa) per valutare progetti nell’ambito dell’economia spaziale, e poco prima uno con l’Emilia Romagna per sostenere il tessuto innovativo regionale. E nel mondo tech, come scrive sempre Repubblica, c’è chi difende e sostiene il modello originario di Enea tech. Ora invece il governo ha confermato la volontà di trasformare Enea Tech in un nuovo ente destinato in a sostenere le riconversioni industriali nel settore farmaceutico e medicale, confermando la rifocalizzazione dei 500 milioni precedentemente destinati al trasferimento tecnologico.

“Sarà fondamentale, ora, che nella predisposizione dello statuto di Fondazione Enea Tech e Biomedical sia chiaro che startup, pmi innovative e spinoff universitari dovranno essere fra i primi beneficiari delle risorse”, spiega Francesco Cerruti, direttore generale Vc Hub, associazione italiana del venture capital. “Ci auguriamo che venga rispettato l’ordine con il quale molti progetti di valore erano già al vaglio della precedente fondazione, per adempiere gli ultimi passaggi formali propedeutici allo stanziamento”, prosegue Cerruti, paventando il rischio che alla fine prevalganopolitiche industriali più attente a comparti tradizionali che ai settori tecnologici su cui puntare per costruire il futuro della nostra economia”.

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