Quel contratto da 10 miliardi per il cloud del Pentagono che fa gola a Microsoft e Amazon

Il Pentagono Foto di David Mark da Pixabay
Il Pentagono Foto di David Mark da Pixabay

Una partita da 10 miliardi di dollari, ambita per il prestigio che la commessa avrebbe fornito: lavorare per il Pentagono fornendo per dieci anni i servizi in multi-cloud necessari al Dipartimento della difesa degli Stati Uniti. Il progetto Jedi (acronimo per Joint enterprise defense infrastructure cloud) era un piatto dapprima promesso per intero a Microsoft ma ora la compagnia di Redmond dovrà giocarsi l’aggiudicazione di un nuovo contratto da spartire in competizione con i concorrenti, Amazon in primis.

L’organismo che controlla le forze armate americane ha ribaltato una decisione presa nell’era Trump, contestata sin dal 2019 dalla compagnia di Seattle, che aveva intentato causa denunciando “errori madornali”, risultato di “pressioni improprie di Trump”. Il contratto è rimasto in sospeso per due anni, ma ancora a settembre 2020 il Dipartimento della difesa aveva riconsiderato le proposte, definendo quella di Microsoft come la migliore.

In aprile, tuttavia, un giudice aveva rifiutato di respingere la causa di Amazon, lasciando evolvere la questione fino alla nuova decisione del Pentagono. L’organismo governativo ha spiegato che “vista l’evoluzione dei requisiti, i maggiori controlli sul cloud e gli sviluppi del settore, il contratto Jedi cloud non soddisfa più i nostri bisogni”, annunciando la volontà di elaborare un nuovo contratto, presumibilmente a condizioni economiche diverse, che includerà la stessa Amazon o altri privati che volessero partecipare.

L’orientamento dell’amministrazione guidata dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è opposto a quello del predecessore, puntando a parcellizzare l’assegnazione del programma tra diverse compagnie, con l’obiettivo di evitare che l’intero progetto sia vincolato ai fornitori di un solo assegnatario. Per ora le uniche in grado di soddisfare le necessità del dipartimento sono Amazon e Microsoft, ma fra le compagnie che potrebbero rientrare, in seguito a ricerche di mercato, ci sono Google, Ibm e Oracle.

Il Pentagono ha spiegato che il fornitore del cloud per il nuovo contratto dovrà soddisfare diversi criteri, come lavorare su informazioni su tre livelli (non classificate, segrete e top secret), essere utilizzabile in tutto il mondo e avere controlli di cybersecurity di prima categoria. Il nuovo progetto dovrebbe durare cinque anni e il primo incarico dovrà essere assegnato entro aprile.

Intanto però, la decisione del Pentagono un primo effetto lo ha già sortito: le azioni di Amazon sono salite del 4,7% (valgono 3.675,74 dollari), “aiutando” Jeff Bezos a consolidare la sua posizione di persona più ricca del pianeta. Secondo Bloomberg il suo patrimonio personale ammonta ora a 211 miliardi di dollari.

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